Come tradurre i pronomi relativi dal latino
Introduzione
Tradurre i pronomi relativi dal latino all'italiano è un gioco da ragazzi! Basta soltanto un po' di impegno nell'analisi del giusto "caso" latino e un pizzico di pazienza nell'applicazione del complemento corrispondente. Vediamo dunque, nella guida che segue, come sviluppare il giusto approccio alla traduzione di un pronome relativo dal latino all'italiano, per un risultato all'insegna del successo in ogni piccola o grande versione che ci si trovi ad affrontare!
Occorrente
- Un po' di memoria per imparare le declinazioni dei pronomi
Comprendere la funzione del pronome relativo
Il pronome relativo, in latino, svolge una funzione identica a quello che troviamo nella lingua italiana. La stessa definizione di "pronome" viene tradotta, infatti, con "al posto del nome" e consente di metter in relazione fra loro due o più proposizioni. Esso, dunque, prende esattamente il posto di quell'elemento che, inserito all'interno di una proposizione, qualora fosse ripresentato nella stessa frase, andrebbe a produrre una inutile ridondanza. I pronomi relativi possono andare a sostituire, a seconda del modo in cui vengono utilizzati, il soggetto, il complemento oggetto o un complemento indiretto. I medesimi complementi sono designati in latino attraverso i casi (Nominativo, Genitivo, Dativo, Accusativo, Vocativo, Ablativo) che consentono di individuare la corrispondente declinazione dei termini, compresa quella del nome di riferimento che segue il nome anche nel numero e nel genere.
Memorizzare le declinazioni
I pronomi relativi si declinano seguendo lo stesso paradigma casistico dei nomi, con l'eccezione dei casi Genitivo e Dativo che al singolare presentano la stessa uscita sia per il genere maschile, sia per quello femminile, sia per il neutro (Genitivo: "cuius", Dativo: "Cui"); mentre al plurale rimangono uguali i casi Dativo e Ablativo ( "Quibus"). Una volta dotati di sapienti schemi, a sussidio dello studio di queste declinazioni, sarà più facile memorizzarne il contenuto.
Ripetere molto spesso le declinazioni, per intero e ogni volta che ci si trovi davanti ad un singolo pronome relativo, aiuta la memoria nel suo compito di "registrazione" e rende più semplice il riconoscimento di un certo caso piuttosto che di un altro durante la lettura della frase latina, oltre ad agevolare lo stesso compito di traduzione.
Applicare la corretta traduzione
Le possibili traduzioni in lingua italiana dei pronomi relativi in latino sono: "che", "cui", "il quale", "la quale", "i quali", "le quali". Utilizzarne uno piuttosto che un altro, dipenderà sostanzialmente dall'armonia lessicale e fonetica in grado di emergere dalla scelta operata, a seconda del contesto di riferimento. Fare la scelta giusta significa individuare dapprima quale sia il caso latino che si presenta, per poi convertirlo nel corrispondente complemento italiano in modo tale da conferire senso compiuto all'intera frase, ricostruendo fedelmente la stessa logica di "relazione" tra proposizioni che l'autore latino ha voluto elaborare a suo tempo.Di seguito si riporta un facile esempio di traduzione: "Titus ante se vidit duas vias, QUAS ad loca diversa ducebant", che tradotto diventa: "Tito vide davanti a sé due vie, LE QUALI conducevano in luoghi diversi". Altrimenti potremmo dire: "Duae viae, QUAE Titus ante se vidit, ad loca diversa ducebant", cioè: "Le due vie, CHE Tito vide davanti a sé, conducevano in luoghi diversi". Come si può notare, il pronome relativo segue il nome cui si riferisce, concordando con esso nel genere, nel numero e nel caso.
Consigli
- Tanta buona volontà
- Un pizzico di audacia