Innanzitutto occorre confrontarsi con la realtà del fatto che ogni studente lavoratore accusa il doppio dello stress rispetto a uno studente libero di dedicare la totalità del proprio tempo allo studio e, di conseguenza, è costretto a uno sforzo maggiore per sostenere gli esami con esito positivo.
Come fare, allora, a non rinunciare all'uno o all'altro?
Se il primo nemico di uno studente lavoratore è il tempo (che non è mai abbastanza), la sua prima arma dovrà essere l'organizzazione. Redigere un programma giornaliero, settimanale e mensile in cui stilare degli obiettivi verosimili (tentare di strafare, infatti, può rivelarsi controproducente anche sul morale) aiuta lo studente lavoratore a impostare un ritmo e seguirlo. Ovviamente, redigendo il programma egli dovrà sempre tenere conto non solamente degli spazi previsti per il lavoro e per lo studio, ma anche di quelli relativi all'impegno sociale, alla famiglia e alle altre attività che lo interessano, trovando il giusto spazio per ogni componente della propria vita.