La morfologia del verbo è complessa, si distingue: la coniugazione, il modo, il tempo, la persona del verbo; la flessione del verbo può essere: regolare, irregolare o difettiva; per natura si classifica come: transitivo, intransitivo; secondo la forma può essere infine: attivo, passivo, riflessivo o impersonale. Per iniziare, bisogna raggruppare tutti i verbi in tre coniugazioni, ovvero, quelli che finiscono con -ARE, -ERE (in alcuni casi -RRE) e -IRE. Prendiamo come esempio un verbo della prima coniugazione: "AMARE". Nel modo indicativo troviamo i tempi semplici (presente, imperfetto, passato remoto e futuro semplice) che sono formati dal solo verbo di base senza ausiliari (amo/amavo/amai/amerò); e i tempi composti (Passato prossimo, trapassato prossimo, trapassato remoto e futuro anteriore) che si servono dell'ausiliare "AVERE", coniugato in tempi diversi: presente nel passato prossimo (ho amato), imperfetto nel trapassato prossimo (avevo amato), passato remoto nel trapassato remoto (ebbi amato), futuro semplice nel futuro anteriore (avrò amato). Da notare, che anche nel congiuntivo, (passato e trapassato) si ricorre all'ausiliare "avere" (presente+participio passato per il passato: che io abbia amato; passato+participio passato per il trapassato: che io avessi amato). Invece, nel condizionale passato, si forma con il presente del verbo avere + il participio passato del verbo (avrei amato); e così via, di conseguenza, lo stesso vale per le altre due coniugazioni. Una volta imparato il meccanismo, il resto verrà da sè.