Per affrontare questo problema ci servono almeno le conoscenze di base dell'algebra di Boole e delle sue applicazioni in elettronica digitale. Una tabella della verità descrive per esempio il funzionamento logico di un circuito elettronico, avente da un lato tutte le possibili combinazioni delle variabili di ingresso, dall'altro le corrispondenti uscite. Si può usare anche un semplice rettangolo che rappresenta il sistema da analizzare, o più correttamente una espressione letterale della relazione ingresso-uscita che è svincolata dall'hardware così come la rappresentazione a simboli logici. La funzione logica da ricavare non è altro che l'espressione della tabella della verità da cui deriva, cioè il funzionamento relativo del circuito elettronico. Si tratta è una combinazione delle variabili di ingresso, legate tra loro da operazioni logiche dell'algebra di Boole che opportunamente inserite eguagliano il tutto all'uscita Y. Si deve però specificare che la tabella di verità fa riferimento ad una macchina senza memoria, cioè gli stati dipendono solo ed esclusivamente dalle condizioni ad un certo istante e non da quelle precedenti, e soprattutto una macchina causale, cioè in cui non esistono dipendenze degli stati da condizioni future. Dicendo che le 2 forme canoniche non sono quelle minime, significa che il circuito che si ricava non è quello in assoluto più semplice e ridotto. Infatti, in elettronica l'obiettivo è realizzare una funzionalità con un numero minimo di elementi circuitali.