Come migliorare la memoria visiva nello studio

Tramite: O2O 14/10/2018
Difficoltà:media
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Introduzione

Sin dalla preistoria, tutti gli esseri umani possiedono quella che viene chiamata memoria visiva.
Grazie ad uno dei 5 sensi, la vista, è quel tipo di strumento che ci ha permesso di sviluppare la nostra capacità di sopravvivenza, di tenerci lontani dai pericoli e di imparare da ciò che ci circonda.
Si tratta del meccanismo di memorizzazione più semplice presente nel nostro cervello, il quale si sviluppa sin dalla prima infanzia. Il suo funzionamento è abbastanza semplice: si fonda sulle immagini. La nostra vista scatta una fotografia a ciò che osserviamo e quell'immagine viene successivamente passata al nostro cervello che la conserverà nel cassetto della memoria. È un mezzo che con il passare dei secoli e dell'evoluzione si è rivelato sempre più utile. Tuttavia lo studio, i libri (divenuti deposito del sapere) e soprattutto l'arrivo della tecnologia, hanno un po' assopito quest'importante qualità. Questo, però, non vuol dire che essa non sia più presente! Ci torna utile soprattutto in ambito scolastico, perciò vediamo insieme come migliorare la memoria visiva nello studio!

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Occorrente

  • Attenzione
  • Concentrazione
  • Ambiente accogliente
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Ricordare le immagini

Innanzitutto bisogna fare una precisazione che riguarda il meccanismo della memoria visiva. Abbiamo precedentemente detto che il primo strumento che ci permette di poterla utilizzare è la vista. Ovviamente sappiamo bene che con la vista vediamo tutto quello che ci circonda e quindi ogni giorno il nostro cervello riceve una miriade di immagini. Conservarle tutte e mantenere intatto ogni singolo dettaglio è quasi impossibile. Il nostro cervello fa una selezione e quello che resta sono solo gli elementi che vengono recepiti come utili. La memoria visiva in generale e la memoria visiva nello studio è un processo anche e soprattutto mentale. Immaginiamo un bambino al quale la maestra abbia affidato il compito di imparare come sia fatto il corpo umano. Il primo passo da compiere è quello di focalizzare bene la richiesta del nostro esercizio così che il nostro cervello abbia già ben chiare le informazioni utili che dovrà immagazzinare. In secondo luogo, l'azione successiva sarà quella di osservare bene l'immagine del corpo umano che il libro ci fornisce e guardarne anche i più piccoli particolari. Sicuramente accanto ad ogni parte del corpo ci saranno dei nomi che la definiranno e quasi sicuramente ci saranno dei colori.
Quest'osservazione è quella che ci permette di memorizzare le prime informazioni utili, ma per imprimerle meglio si potrà compiere un ulteriore passo. In questo esempio specifico, parlando di memorizzare le parti del corpo umano, quello che si può fare è osservare se stessi davanti allo specchio e dire ad alta voce il nome di ogni parte. Ovviamente questo esempio si può generalizzare con tre passi da compiere: avere ben presente la richiesta del nostro compito; osservare con attenzione; metterci nella prospettiva di essere più coinvolti in quello che stiamo osservando.

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Ricordare date, definizioni, nomi e concetti

In questo caso, la memoria visiva diventa un tantino più astratta. Quante volte ci sarà capitato di leggere un testo e di non ricordare assolutamente nulla quando lo finiamo? Ebbene, questo accade perché non si è letto con attenzione, o perché semplicemente il tema trattato non è stato percepito come interessante. Purtroppo, nello studio, molto spesso ci si ritrova a dover studiare e memorizzare cose che secondo noi non hanno nessuna utilità, sono noiose e complicate. Pensate a quando siamo davanti ad una lezione di storia e dobbiamo memorizzare date su date! O quando dobbiamo imparare formule di matematica, nomi, definizioni... Insomma, un vero pasticcio! La memoria visiva non è certamente la ricetta miracolosa, ma se adoperata al meglio e a seconda del nostro modo di essere, può venirci davvero in aiuto. Ogni persona studia e memorizza utilizzando un proprio metodo. Un metodo che aiuta a migliorare la memoria visiva nello studio è quello di utilizzare i colori. Sottolineare quello che ci serve con un colore a nostra scelta (e che ci piaccia) ci consente di far risaltare quell'elemento nel momento in cui andremo a leggere il testo. Anche se potrà sembrare inutile o addirittura scontato, questo meccanismo avrà catturato la nostra attenzione. Quella diversità in una pagina bianca e nera, ci permetterà di ricordare quello che serve e addirittura, se una persona ha una memoria visiva fortemente sviluppata, il punto esatto in cui si trova. Un altro metodo che ci aiuta a migliorare, se si sta studiando su un libro a colori e non in bianco e nero, è quello di prestare attenzione alla pagina che stiamo leggendo. Questo perché sicuramente conterrà qualche elemento, una figura, un segno, o altro, che ci permetterà di distinguerla dalle altre e ricordarla meglio. Diciamo che quanto appena visto, sono i metodi più semplici e banali per migliorare la memoria visiva nello studio. Nel paragrafo successivo ne sveleremo uno più interessante e che sicuramente conoscerete.

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Ricordare per associazioni

Che si tratti di memorizzare immagini o parole, quello che funziona è creare delle associazioni tra quello che stiamo imparando e memorizzando e quello che già conosciamo. Anche le associazioni più strambe. Diciamo di dover imparare delle date. Se evidenziarle con un colore non basta, quello che si più fare è innanzitutto capire a quale avvenimento corrisponde quella data. Per esempio, dobbiamo imparare la data della presa della Bastiglia, il 1789. Cosa ci ricorda? A cosa possiamo associarla? Qualcuno direbbe "niente", ma scaviamo un pochino più a fondo. 1. Possiamo dividere 1789 in 17 (compleanno di qualcuno) e 89 (magari l'anno di nascita o comunque un numero connesso al 17). 2. In questo caso, possiamo anche ricordarlo perché la data inizia con il numero 1 e poi abbiamo 789 che sono numeri consecutivi. 3. Diciamo che abbiamo imparato la data, ma invece non ricordiamo l'evento. Chi non ha mai visto Lady Oscar? Beh, nel cartone animato, muore proprio quando la Bastiglia viene presa. Insomma, ci sono vari piccoli trucchetti che possiamo adottare per ricordarci qualcosa. Se dobbiamo memorizzare una parola, possiamo associarla ad una persona che conosciamo, a qualcosa che abbiamo visto in tv, ad una canzone o addirittura modificarla aggiungendo qualche lettera che la faccia diventare divertente (basta non dirla nel modo errato). Stessa cosa che vale per un concetto. Inoltre possiamo associare parole, date, concetti ad immagini (mentali o reali) che ce li ricordino. Diciamo sempre di dover ricordare la presa della Bastiglia. Ebbene, magari quel giorno, durante lo studio a casa è successo qualcosa, qualcuno ci ha interrotti per chiederci qualcosa che ci ha disturbati, cose banali ma d'effetto.

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Ricordare con i palazzi mentali

Ricordate il buon vecchio Sherlock Holmes? Perché è così fuori dal comune? Anche lui utilizza una tecnica di memoria che si basa sulle associazioni: i palazzi mentali (o palazzi della memoria). In realtà non è nulla di nuovo; già nell'antichità veniva usato un metodo simile che andava sotto il nome di "metodo dei loci". Detto brevemente, consiste nel creare delle stanze e in ogni stanza decidiamo cosa metterci. Possiamo adottare anche questo metodo e creare la stanza delle date, la stanza dei nomi degli animali, la stanza dei nomi delle ossa e così via. La cosa sorprendente è che il palazzo che stiamo costruendo non ha limiti.

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