Come Leggere Le Isoipse Su Una Carta Geografica
Introduzione
In alcuni casi è di vitale importanza riuscire ad interpretare le isoipse riportate su una carta geografica. Saper leggere le isoipse può darci indicazioni particolarmente utili sull'orografia del territorio che stiamo studiando o nel quale ci troviamo, in quanto indica esattamente la presenza di colline, montagne, valli e rilievi in genere. Ovviamente non è possibile rappresentare direttamente le montagne su un foglio perché sono oggetti tridimensionali, quindi siamo costretti a ricorrere ad un artificio per poter procedere. Grazie alle isoipse, i cartografi riescono ad indicare l'altezza e la ripidità delle montagne. Vediamo come interpretare una di queste carte, seguendo le indicazioni di questa guida.
Occorrente
- Carta geografica
- Lente d'ingrandimento
Che cosa sono le isoipse
Le isoipse sono curve che troviamo in molte carte geografiche e che collegano punti aventi la stessa quota, cioè la stessa altezza rispetto al livello del mare. Per fare un esempio pratico e capire meglio il concetto, prendiamo una carta geografica fisica: a prima vista noteremo che ci sono tante linee curve, una dentro l'altra, con un numero: questo indica esattamente l'altezza sul livello del mare di quella linea. In parole povere si tratta di tagliare la montagna con un piano parallelo a quello ipotetico del mare, situato ad una certa altitudine e segnare il bordo che rimane, indicandone poi l'altitudine.
Come sono tracciate le isoipse
Generalmente nelle carte geografiche non sono indicate tutte le quote, ma solo quelle delle isoipse più rilevanti. Se siamo interessati a conoscere le quote delle isoipse secondarie dovremo procedere precisamente nella maniera seguente. Per prima cosa dobbiamo capire se i tratti che rappresentano l'orografia ci indicano un avvallamento oppure una cresta. In generale le linee che vanno verso le creste tendono a restringersi, per indicare la salita, quindi avremo curve in qualche modo concentriche, mentre per le valli le linee sono più aperte e spesso se ci sono delle selle, semplicemente non sono segnate, mentre in alcuni casi è riportata la loro altezza. Alcune mappe inoltre riportano linee che congiungono le isoipse per indicare creste e punti importanti che non potrebbero essere rappresentati in altro modo.
Come leggere le isoipse
Le isoipse danno indicazioni sulla pendenza di un rilievo o di un avvallamento in base a quanto sono ravvicinate. Isoipse molto strette indicano che la pendenza è molto forte, mentre se sono lontane fra loro la pendenza è minima. Se poi ci si trova in zone pianeggianti l'isoipsa non viene neanche segnata, per far capire che i rilievi si stanno alzando da un pianoro o da una pianura, a seconda della geografia della zona. Solitamente la scala è indicata solo per punti cospicui e non su tutto il pendio per non rendere difficile la lettura, e si segnano le vette e gli avvallamenti solo alle loro estremità, sempre per privilegiare la leggibilità della cartina, per la quale ad essere davvero rilevante è il contorno dei rilievi e non tanto la tracciatura fine di pendenze e altezze. Per leggibilità spesso, a fianco di massimi e minimi locali sono segnate anche alcune isoipse da cui si deduce la scalatura. Per esempio un monte che presenta tre punti segnati su tre isoipse successive potremmo leggere 741, 700, 650 che significa: la vetta è a 741 metri di altezza, abbiamo poi tracciato una isoipsa di riferimento a 700 metri di altezza, e le altre indicano 50 metri di balzo. In alcuni casi poi si usano isoipse con linee più sottili per indicare punti in cui la scalatura è diversa.