Le isoipse danno indicazioni sulla pendenza di un rilievo o di un avvallamento in base a quanto sono ravvicinate. Isoipse molto strette indicano che la pendenza è molto forte, mentre se sono lontane fra loro la pendenza è minima. Se poi ci si trova in zone pianeggianti l'isoipsa non viene neanche segnata, per far capire che i rilievi si stanno alzando da un pianoro o da una pianura, a seconda della geografia della zona. Solitamente la scala è indicata solo per punti cospicui e non su tutto il pendio per non rendere difficile la lettura, e si segnano le vette e gli avvallamenti solo alle loro estremità, sempre per privilegiare la leggibilità della cartina, per la quale ad essere davvero rilevante è il contorno dei rilievi e non tanto la tracciatura fine di pendenze e altezze. Per leggibilità spesso, a fianco di massimi e minimi locali sono segnate anche alcune isoipse da cui si deduce la scalatura. Per esempio un monte che presenta tre punti segnati su tre isoipse successive potremmo leggere 741, 700, 650 che significa: la vetta è a 741 metri di altezza, abbiamo poi tracciato una isoipsa di riferimento a 700 metri di altezza, e le altre indicano 50 metri di balzo. In alcuni casi poi si usano isoipse con linee più sottili per indicare punti in cui la scalatura è diversa.