Introduzione
Con il termine allitterazione ci si riferisce a quella figura retorica che viene utilizzata in letteratura con la finalità di realizzare un effetto fonosimbolico. Questo si persegue attraverso la ripetizione, in una frase oppure in una strofa, di alcune sillabe oppure di fonemi uguali che si trovano nella medesima posizione. La ricorrenza degli stessi suoni, infatti, produce una sorta di armonia imitativa. Nel linguaggio poetico si fa largo uso di figure retoriche ma non è tuttavia raro trovarle anche nella prosa. Nella guida che segue andremo a spiegare come si può individuare un'allitterazione.
Occorrente
- Un dizionario di grammatica e di linguistica
- Antologia della poesia italiana
- Vocabolario della lingua italiana
Funzioni principali dell'allitterazione
Una delle funzioni principali dell'allitterazione è quella di realizzare una ridondanza di suoni. In questa maniera ci si avvicina quasi all'onomatopea, che consiste in un'espressione in grado di imitare i suoni naturali. La ripetizione sonora amplifica il potere evocativo che il linguaggio poetico presenta in relazione all'esperienza sensoriale. Un esempio tipico di potenziamento percettivo si può individuare in grandi autori come Giovanni Pascoli e Gabriele D'Annunzio. "Sentivo un fru fru tra le fratte" (G. Pascoli, L' Assiuolo), è un esempio tipico di quanto appena detto. In questo caso l'allitterazione si produce con la ripetizione dei suoni "fr". "Fresche le mie parole ne la sera/ ti sien come il fruscìo che fan le foglie" (G. D'Annunzio, La sera fiesolana), è un altro esempio. In questi due versi l'allitterazione si genera mediante i suoni "fr" e "s".
La struttura dell'allitterazione
L'allitterazione può presentare una struttura di tipo assonantica, ossia costituita da vocali, o in alternativa può essere consonantica. In quest'ultimo caso si forma con le sole consonanti, come lascia intendere il termine stesso. I risultati estetici sono molto diversi tra di loro, nei due casi presi in considerazione. Nell'allitterazione assonantica, infatti, si può individuare una musicalità meno marcata, nonché più aperta e morbida da un punto di vista prettamente fonologico. Il sonetto di Foscolo, "In morte del fratello Giovanni", rappresenta un classico esempio di allitterazione assonantica, dal momento che vengono ripetute le vocali "o" ed "e". ? "Un dì, s'io non andrò sempre fuggendo/ di gente in gente, me vedrai seduto..."
L'allitterazione consonantica
Un modello di allitterazione consonantica può essere facilmente individuato in alcuni famosi versi del Canzoniere di Petrarca. "?di me medesmo meco mi vergogno/ e del mio vaneggiar vergogna è 'l frutto?". Le lettere "m" e "v" producono, in questo caso, un effetto sonoro molto simile all'onomatopea. Pertanto, in questo caso, si ottiene un risultato sensorialmente più intenso. È anche un efficace espediente fonosimbolico, dal momento che incrementa il valore intrinseco della parola "vergogna". Tramite l'allitterazione, praticamente la veste fonica della parola, il signficante, amplifica e potenzia il significato stesso, rendendolo maggiormente intenso.
Consigli
- Leggere ad alta voce per individuare meglio l'effetto dell'allitterazione