Come Individuare Un Anacoluto
Introduzione
L'anacoluto è una figura retorica che nasce dall'esigenza di riportare nello scritto una forma del parlato che viene usata comunemente in maniera spontanea. Il suo uso consente di esprimere un pensiero, collegare idee e concetti, in maniera spedita e più diretta, dando maggiore spontaneità al parlato e allo scritto. Sovente impiegato già nell'antichità, ad esempio da Cicerone e Tucidide, consiste, in sostanza, in una deviazione della forma sintattica normale. Riconoscere un anacoluto risulta piuttosto semplice, a condizione che se ne sappiano definizione ed usi comuni. In questa guida mostreremo qualche piccolo stratagemma per individuare al volo un anacoluto ed evitare i tranelli del professore.
Orgine dell'anacoluto
Per comprendere appieno l'anacoluto dobbiamo iniziare dalla sua definizione: l'anacoluto è una figura retorica che si basa su un errore sintattico, consistente nel rompere la coesione logico-grammaticale all'interno di una frase o tra più frasi. Detto anche ?tema sospeso?, in latino "nominativo sospeso" a livello etimologico deriva il nome dalla definizione greca e la sua diffusione al tardo latino, è composto dal prefisso ?an? ossia privo e ?akólouthos? ovvero conseguente ed in pratica significa inconseguente. La sua costruzione concretizza difatti in una struttura sintattica incoerente, perché consiste nel combinare due espressioni linguistiche che sono collegate, per quanto riguarda il senso compiuto della frase, ma prive di connessione, per quanto riguarda la sintassi. Ne deriva il periodo o costrutto anacolitico, ovvero contenente un anacoluto, nel quale non si rispetta la coesione sintattica fra capo e coda di una frase. L'anacoluto deriva dal punto di vista pratico dal vizio diffuso fra i parlatori e i retori di usare un flusso verbale continuo in cui è difficile percepire in maniera nitida la distanza fra le parole.
Esempi di anacoluto
Vediamo alcuni esempi, che ci aiuteranno a chiarire la natura dell'anacoluto:
- "Quelli che muoiono, bisogna pregare Iddio per loro" (A. Manzoni, I Promessi Sposi): ?Quelli che muoiono?, situato nella prima frase, altro non è se non una ripetizione (esplicita) di ?loro?, contenuto invece nella seconda. Come vedi, la regolarità grammaticale viene infranta ed è riscontrabile in una ripetizione: nella prima frase si trova la realtà esplicitata, nella seconda la realtà richiamata.
-"io, la mia patria or è dove si vive" (G. Pascoli, Romagna). In questo estratto la logica dell'italiano viene violata per dare enfasi e sottolineare il distacco.
-"Calandrino, se la prima gli era paruta amara, questa gli parve amarissima" (G. Boccaccio). In questo caso l'anacoluto serve per calcare il carico emotivo.
Riconoscere gli anacoluti
Riconoscere un anacoluto non è difficile, e basta capire il trucchetto. C'è infatti uno stratagemma utile a individuare la maggior parte degli anacoluti: osservare se, in frasi poste in sequenza, si abbia una ripetizione esplicito-implicito di una realtà, che potrà essere tanto soggetto quanto oggetto della frase, fornendone una precisazione. In questo modo stai pur certo che non ti sfuggirà alcun anacoluto, perché anche alla prima lettura una ripetizione simile salta all'occhio. L'anacoluto, dunque, non è altro che il risultato di una mimesi della comunicazione verbale, ossia del tentativo di riportare nella prosa una realtà tipica del parlato per incrementare la tensione in una frase. Spesso però negli scritti illetterati, cioè ad esempio nei diari e negli appunti di uso comune, l'anacoluto viene introdotto proprio come errore a causa della differenza fra il parlato e lo scritto formale.