Come Formare Le Proposizioni Relative In Latino
Introduzione
Il latino è una lingua molto antica, che si è diffusa in quasi tutte le regioni del Mediterraneo grazie all'espansione dell'Impero Romano. Tuttavia, anche se oggi non è più parlata, viene comunque insegnata al liceo classico per aiutare gli studenti a comprendere appieno alcuni concetti di arte e storia. Anche se dal latino deriva anche l'italiano, ci sono comunque delle sostanziali differenze tra le due lingue, molte delle quali riguardano la parte grammaticale: soprattutto le forme verbali e le proposizioni. Questa guida saprà darvi delle utili informazioni su come formare le proposizioni relative in Latino.
Occorrente
- Libri di latino
Le clausole relative
Le clausole relative in latino, si riferiscono a clausole introdotte da pronomi relativi o avverbi relativi. La costruzione della clausola relativa include una clausola principale o indipendente modificata dalla sua dipendenza dalla clausola subordinata. È la clausola subordinata che contiene il pronome relativo o l'avverbio relativo che dà il nome a questo tipo di clausola.
La clausola subordinata di solito contiene anche un verbo finito.
Il latino usa clausole relative dove a volte potresti trovare un participio o un semplice appositivo in inglese. Le clausole relative modificano il nome o il pronome della clausola principale. Il nome nella clausola principale è indicato come antecedente e quando l'antecedente viene dopo il pronome relativo. Questo nome antecedente può anche apparire all'interno della relativa clausola. Infine, un antecedente che è un indefinito potrebbe non apparire affatto
Le proposizioni relative proprie
I pronomi relativi concordano in genere, persona (se rilevante) e numero con l'antecedente (il nome nella clausola principale che viene modificato nella clausola relativa), ma il suo caso è solitamente determinato dalla costruzione della clausola dipendente, sebbene occasionalmente, viene dal suo antecedente. Ricordiamo che la proposizione relativa impropria svolge la funzione delle proposizioni complementari indirette e, ha sempre il congiuntivo, con i tempi che rispettano la consecutio delle proposizioni che quella relativa sostituisce; può avere 7 valori: finale, consecutivo, causale, ipotetico, concessivo, limitativo e avversativo. Le proposizioni relative proprie possono essere formate con l'indicativo o con il congiuntivo; presentano il verbo all'indicativo quando hanno la funzione di attributo o di apposizione rispetto ad un termine della proposizione reggente.
Le proposizioni relative improprie
Nel caso in cui hanno valore di perifrasi, corrispondono praticamente ad un sostantivo italiano; se invece hanno valore di proposizione incidentale o quando vengono introdotte da un pronome o da un avverbio raddoppiato o uscente in -cum. Le proposizioni relative hanno il verbo al congiuntivo nel caso in cui dovessero rientrare nell'utilizzo generale del congiuntivo nelle subordinate, ovvero quando sono relative oblique e quando il loro contenuto è riferito come pensiero di persona diversa da chi parla o scrive. Tuttavia, possono assumere anche un valore eventuale o caratterizzante quando risentono della cosiddetta attrazione modale; in altre parole, dipendono da una proposizione al congiuntivo o all'infinito e, ne sono parte integrante. Le proposizioni relative improprie sono subordinate ma, pur essendo anch'esse introdotte da un pronome relativo, non hanno alcuna funzione aggettiva, bensì esprimono le circostanze dell'azione, svolgendo la stessa funzione delle subordinate circostanziali. Quelle relative improprie hanno sempre il verbo al congiuntivo e, possono essere di natura finale se mettono in risalto il fine per cui una cosa si fa o a chi è destinata; sono di natura consecutiva se denotano una conseguenza dell'azione.
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Consigli
- Le proposizioni relative improprie sono subordinate ma, pur essendo anch'esse introdotte da un pronome relativo, non hanno alcuna funzione aggettiva,