Come eseguire una prospettiva accidentale
Introduzione
La prospettiva accidentale è stata introdotta dal grande Brunelleschi, nella pittura del Quattrocento italiano, e ha cambiato radicalmente il modo di rappresentare la realtà e con essa la percezione vera e propria del mondo che ci circonda. Se osserviamo la natura o un paesaggio urbano, ci possiamo accorgere che difficilmente gli oggetti hanno un lato parallelo al piano di proiezione. La prospettiva aiuta appunto l?artista a regolare questa disposizione ?accidentale? degli oggetti, a far in modo quindi che il piano prospettico non sia parallelo alla parete frontale. Al giorno d'oggi, i metodi di rappresentazione sono classificati in proiezioni parallele o cilindriche e proiezioni ortogonali o coniche. Nelle proiezioni parallele il centro di proiezione è situato all'infinito, ovvero i raggi proiettanti sono tutti paralleli fra loro. Fanno parte di questo gruppo, quindi, le proiezioni ortogonali, come quelle utilizzate nel metodo del Monge, e le assonometrie, siano esse oblique o ortogonali. Se il centro di proiezione è posizionato a distanza finita, parleremo di proiezioni prospettiche: qualora il quadro sia posto parallelamente ad uno dei lati principali da rappresentare, la prospettiva sarà frontale, con un unico punto di fuga, se invece il quadro è obliquo, la definiremo prospettiva accidentale. Quest'ultima, come possiamo dedurre, consta di almeno due punti di fuga posti a distanza finita. Nella prospettiva accidentale, a differenza di quella centrale, le linee convergono verso i punti focali laterali. Vediamo ora come eseguire una prospettiva accidentale di un cubo.
I fuochi
Ricordando che una delle regole fondamentali della prospettiva afferma che le rette parallele convergono nello stesso punto sulla linea di orizzonte, possiamo procedere individuando i due fuochi principali, disegniamo poi la Linea di Terra orizzontale e su questa posizioniamo i due punti di fuga F1 e F2. Tracciamo quindi lo spigolo del cubo perpendicolare alla Linea di Terra. Congiungiamo ora con delle linee oblique (dette linee prospettiche) i fuochi F1 e F2 con gli spigoli per primo vertice del cubo. Disegniamo ora i restanti spigoli del cubo paralleli al primo.
Le altezze
Come per la prospettiva centrale le altezze si sviluppano in verticale (come segmenti perpendicolari alla Line di Terra) e la loro altezza si può prendere in dimensione reale solo sulla linea di terra. Per alzare una figura quindi è meglio procedere disegnando le altezze possibili nei suoi vertici principali. Una volta fissata l?altezza stabilita sullo spigolo sulla LT le altezze negli altri punti saranno determinate dall'intersezione con i raggi che puntano al fuoco (da scegliere in base al parallelismo con i lati).
Risultato
Ecco ottenuto il nostro cubo in prospettiva accidentale. Questo metodo di rappresentazione è intuitivo e abbastanza facile anche per chi è alle prime armi: basta un po' di esercizio per ottenere grandi risultati. Analogamente a quello che abbiamo fatto per il cubo, infatti, possiamo scomporre gli elementi che intendiamo disegnare in solidi semplici: parallelepipedi, piramidi, coni, etc. Una volta fatta questa procedura, stabiliamo la Linea di Terra e i due fuochi e partendo da un vertice, procediamo proiettando i raggi prospettici.
Consigli per evitare l'aberrazione prospettica
Per evitare di ottenere figure sproporzionate o dalle dimensioni irreale, è utile posizionare l?oggetto in modo che l?asse visuale (cioè la retta passante per punto di vista e perpendicolare al quadro prospettico) colpisca l?oggetto al suo interno (ovviamente nel suo lato di maggiore interesse) pe per assicurare che l?oggetto abbia una posizione compresa tra i due fuochi, altrimenti la deformazione che si ottiene è estrema. Pertanto i fuochi nei disegni in prospettiva accidentale dovranno essere sempre molto distanti tra loro in modo tale che i volumi siano più proporzionati soprattutto se posizionati leggermente lontani dall'osservatore (sulla linea di terra infatti è facile che gli oggetti si deformino se i fuochi non sono sufficientemente lontani).
Conclusione
La prospettiva accidentale è il modo migliore per rappresentare in modo realistico nature morte, oggetti e paesaggi. Attenzione però a non incorrere in errori banali, quali ad esempio l'aberrazione prospettica: per approssimare nel modo migliore l'immagine che i nostri occhi percepiscono, il cono visuale, cioè l'insieme dei raggi visuali che partono dall'occhio dell'osservatore-tipo, deve essere ragionevolmente piccolo, ovvero circa 30°/40°. Un trucco per individuare il punto di vista ottimale è considerare una distanza del Piano Verticale dal quadro prospettico pari a 1 - 1,5 volte la dimensione massima dell?oggetto da rappresentare.