Come distinguere il predicato verbale dal predicato nominale
Introduzione
Il predicato nominale ed il predicato verbale sono delle componenti abbastanza importanti nell'ambito della grammatica italiana. La loro distinzione è essenziale per poter svolgere una corretta analisi logica. Infatti, quando si eseguono gli esercizi di analisi logica bisogna individuare prima il predicato verbale o nominale e successivamente il soggetto e le espansioni. Prima di passare alla loro distinzione è fondamentale prendere però in considerazione il termine predicato. Esso deriva dal latino "praedicatum" ed indica ciò che è affermato. Quindi può essere inteso come ciò che si dice del soggetto. Come si può ben capire il soggetto ed il predicato (verbale oppure nominale) ad esso riferito sono i due elementi assolutamente indispensabili di una frase. Leggendo questo breve tutorial si possono avere alcuni utili consigli e delle corrette informazioni su come è possibile distinguere il predicato verbale dal predicato nominale. Ecco allora di seguito tutte le indicazioni necessarie per un corretto riconoscimento.
Occorrente
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Predicato verbale
Il predicato verbale è costituito da un verbo che definisce una relazione tra il soggetto e l'oggetto che sono presenti all'interno di una frase. In parole semplici il predicato verbale chiarisce cosa fa ed in che condizioni si trova il soggetto della frase. Esso esprime quindi l'azione che compie il soggetto. Il predicato verbale concorda nella persona, nel numero e spesso anche nel genere con il soggetto. Può avere forma attiva oppure passiva. Nel primo caso il soggetto compie l'azione: "Il cane mangia la carne". Mentre nel secondo caso il soggetto subisce l'azione. A volte in una frase il verbo può essere sottinteso ad esempio: "Ieri, un giorno indimenticabile". È opportuno ricordare che quando il verbo essere significa stare, trovarsi oppure appartenere ha anch'esso funzione di predicato verbale.
Predicato nominale
Il predicato nominale si forma con il verbo essere ed indica una proprietà del soggetto o, meglio, specifica: chi è, come è, cosa è. Proprio per questo la sua forma canonica coincide con il verbo essere. Il predicato nominale non ha valore predicativo, ma svolge la funzione di collegamento tra il soggetto e la parte nominale che può essere un aggettivo oppure un sostantivo. Questi ultimi hanno la funzione di definire le qualità, le modalità o le caratteristiche del soggetto a cui si riferiscono. Ad esempio "Il cane è un mammifero". Il cane (chi?) ? soggetto; è un mammifero (cos'è?) ? predicato nominale. Inoltre, ci sono altri verbi detti copulativi che assumono lo stesso valore del verbo essere. Ad esempio sembrare, parere, divenire, diventare. Anche in questo caso, in assenza della parte predicativa, il verbo copulativo da solo non permette alla frase di avere un significato compiuto, né di avere informazioni concrete sul soggetto.
Differenze tra loro
Un metodo abbastanza utile per distinguere il predicato verbale da quello nominale è il senso della frase. Un verbo predicativo (predicato verbale) non ha necessariamente bisogna di essere seguito da un aggettivo, da un complemento oggetto oppure da un complemento di altro genere. Il verbo copulativo (predicato nominale con il verbo essere o altro verbo), affinché la frase abbia un senso compiuto deve necessariamente essere seguito da un aggettivo oppure da un sostantivo. Esempio "Mario ha mangiato" è una frase di senso compiuto, mentre "Mario è diventato...", presa di per sé, non ha alcun senso. In definitiva quando i verbi non possono stare da soli, (cioè essi non si possono separare dall'aggettivo o dal sostantivo che lo segue) ci si trova, senza ombra di dubbio, di fronte ad un predicato nominale. Se si tengono presente tutte le informazioni della guida quasi sicuramente si riesce a distinguere facilmente in una proposizione il predicato verbale da quello nominale.
Consigli
- Eseguire prima l'analisi grammaticale, poi l'analisi logica.