Come convivere con un coinquilino disordinato
Introduzione
L'ordine, cosi come altre cose legate al nostro carattere, sono intrinseche in noi e sono dei comportamenti che generalmente tutti assumono, ma ovviamente sono più accentuati o meno in alcuni individui rispetto ad altri. Questo tipo di caratteristica può essere "corretta" con una certa educazione che ovviamente viene impartita in primis dai genitori. Questo però non significa che se una persona è disordinata, è colpa dei rispettivi genitori. Nonostante tutto, le persone disordinate trovano inconsciamente in questa confusione una sorta di sicurezza e in generale basano la propria forma mentis sul caos, nel senso che quando ripongono un oggetto ad esempio, si aspettano di trovarlo esattamente in quel luogo e non magari sistemato in un cassetto. Tutto ciò è da rispettare nel caso in cui la suddetta persona abiti da sola, in quanto naturalmente ognuno è libero di tenere casa propria nello stato che preferisce, ma nel caso invece che sia il nostro coinquilino ad essere disordinato? Come è possibile cercare di correggere questo leggero difetto? Ecco quindi una guida su come convivere con un coinquilino disordinato.
Il dialogo
Alla base di qualsiasi relazione umana prima di tutto vengono le parole e in generale l'espressione libera di un pensiero e quindi, in sostanza, un dialogo. La prima cosa da fare per cercare di risolvere il problema del disordine è cercare un dialogo con il proprio coinquilino, spiegando, anche con esempi banali, che ciò che per lui è normale, a noi arreca grande fastidio o disturbo. Ovviamente non bisogna utilizzare toni forti oppure espressioni verbali volgari, in quanto la persona potrebbe indispettirsi; questo perché il carattere umano tende a reagire così a una qualsiasi modifica della nostra quotidianità e di conseguenza, il discorso è valido anche per lui. Per giustificare quanto detto, si consideri il seguente esempio:
Ammettiamo il caso che la persona A sistemi le magliette nel secondo cassetto di un mobile dividendole per maniche lunghe o corte. Ovviamente se una persona, chiamiamola B per semplicità, dovesse venire a chiedere ad A di sistemare le sue magliette nel terzo cassetto anzichè il secondo, A all'inizio si troverebbe in difficoltà, in quanto per abitudine ed inerzia, tendenzialmente sbaglierà cassetto, almeno le prime volte.
Questo banale esempio, per quanto scontatto è esattamente ciò che accade alla richiesta della modifica di una nostra azione quotidiana.
Le pulizie
Se durante il dialogo il vostro messaggio è stato recepito positivamente dal vostro coinquilino, l'altro passo che bisogna fare è insegnargli l'ordine, senza forzarlo o mettergli pressioni. Un esempio pratico che è possibile dimostrare è il seguente. Prima di andare a dormire chiedergli di riporre i panni su di una sedia in modo che siano stesi, invece che buttarli a casaccio in un angolo della stanza; all'inizio potrebbe sembrare una cosa stupida da fare ma è proprio da una cosa semplice che si parte per realizzare un obbiettivo. Un'altra tipologia d'esempio sono le grandi pulizie. Se vi è necessità di spolverare o spazzare a terra, mostrategli come si fa e chiedete di aiutarvi, senza arrabbiarsi nel caso in cui sbagli ma anzi, cercare di correggerlo attraverso un esempio. Così facendo si responsabilizzerà e pian piano diventerà autonomo nella quotidianità.
Comportamenti errati
Ovviamente vi è anche il caso in cui il vostro coinquilino non recepisca il messaggio, o perché non voglia, o perché magari non riesce a rendersi conto del danno che arreca. In questi casi assumere comportamenti aggressivi nei suoi confronti risulta solo controproducente, in quanto vedrà in un voi un genitore che li starà facendo una ramanzina e come è ovvio che accada tendenzialmente vi disobbedirà. Un'altra errore comune è assecondarlo in ciò che fa oppure fare finta di niente, magari comportandosi anche peggio per ripicca.
Consigli
- Presentarsi in modo civile
- Essere cordiali e pazienti