Come assegnare il voto ad un'interrogazione

Tramite: O2O 18/07/2019
Difficoltà:media
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Introduzione

La valutazione di un'interrogazione è l'aspetto più complesso del processo di insegnamento e apprendimento. Aspetto tenuto in grande considerazione dai diversi sistemi attuati nella scuola riguardanti i voti da assegnare agli studenti. Curiosando, infatti, nel panorama internazionale o nella storia del sistema educativo troviamo diverse formulazioni dei voti: scala decimale, lettere, giudizi, competenze. La professione di insegnante è una di quelle più delicate e cariche di responsabilità. Per la quale è necessaria una predisposizione naturale, una grande passione; quasi una vera e propria "vocazione". Come assegnare un voto ad un'interrogazione orale? Occorre tenere presente una molteplicità di fattori e aver ben chiaro, prima di porgere le domande, il quadro delle conoscenze minime richieste.

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Valutazione dello stato d'animo dello studente

Quando uno studente si presenta alla cattedra per mostrare quanto assimilato dalla lezione assegnata dal docente, tanti sono i fattori che interferiscono con la resa dello studio effettivamente svolto. L'emotività, la timidezza o la disinvoltura a volte possono incidere sul rendimento di uno studente chiamato a mettersi alla prova davanti al resto della classe. Un docente che gestisce l'interrogazione deve tener presente almeno tre indicatori nel valutare la risposta alle domande poste: conoscenza degli argomenti, competenza espressiva e ricchezza lessicale, capacità di rielaborazione.

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Indicatori di valutazione delle risposte

La conoscenza degli argomenti è certamente l'indicatore centrale, una padronanza più o meno sufficiente e approfondita fa piegare l'ago della bilancia verso l'alto o il basso nel metro della valutazione decimale. Anche l'esposizione con proprietà di linguaggio e l'uso d'una sintassi articolata contribuisce a valorizzare la prova, che potrebbe anche risultare penalizzata per scarso lessico e poca disinvoltura nell'espressione. Ultima, ma non meno importante, è la capacità di rielaborare gli argomenti, distaccandosi da uno studio mnemonico e poco autonomo. Tre indicatori, quindi, in base ai quali attribuire un voto per ogni singola domanda, un voto che risulterà dalla media sempre di questi tre fattori: conoscenza, espressione e rielaborazione.

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Analisi dell'esposizione

Così uno studente per poter ottenere la sufficienza dovrà conoscere le cause che determinarono la guerra del Peloponneso, ad esempio, e quali potenze si affrontarono nelle diverse fasi dello scontro. Dovrà anche esporre i contenuti articolandoli con chiarezza e con termini pertinenti all'ambito storico, rielaborando concetti ed espressioni del libro di testo. Potrà mirare ai piani alti della valutazione se avrà memorizzato la cronologia delle battaglie e saprà esporre con sicurezza i fatti. Facendo dunque precisi riferimenti a personaggi storici, citati per nome, ordinando gli eventi secondo un nesso di causa ed effetto o tematico. In conclusione si raggiunge alla vetta della lode se si padroneggiano i contenuti per precisione di conoscenza, ricchezza lessicale e rielaborazione personale.

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Autonomia professionale dell'insegnante

Nel diritto scolastico, il Regio Decreto numero 623 del 1925 all'articolo 78 disciplina come assegnare un voto. Pur se piuttosto remota, la suddetta normativa è sempre valida e di fondamentale importanza. Essa regolamenta l'assegnazione del voto da parte degli insegnanti in base ad un giudizio riferito ad "un congruo numero" di interrogazioni e di compiti scritti eseguiti sia a scuola che a casa. Il giudizio non può prescindere dalle modalità tipiche di rilevazione. Pertanto l'insegnante deve attenersi ad esse senza rischiare che la propria autonomia professionale possa trasformarsi in libero arbitrio. Modalità di sperimentazione diverse adottate dall'insegnante potranno considerarsi in aggiunta a quelle classiche. Ma senza doverle e poterle mai sostituire.

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Consigli

Non dimenticare mai:
  • Puoi leggere un interessante contributo di Pellerey, La valutazione delle interrogazioni, in "Scuola Viva" (1996) 3, 22-23.
Alcuni link che potrebbero esserti utili:

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