Come analizzare San Martino di Carducci
Introduzione
San Martino è forse una delle liriche più famose di Giosuè Carducci, nella quale il poeta riassume le tipiche tematiche presenti nelle sue opere in armonia con il suo stile classico e sinteticamente pregnante di immagini e ricordi. Scritta nel 1883, San Martino, che inizialmente portava il titolo di "San Martino (in maremma pisana)" fa parte delle Rime Nuove ed è stata fonte d'ispirazione, per le suggestive immagini che evoca, di grandi autori quali Pascoli o D'Annunzio. Ma vediamo come analizzare San Martino di Carducci.
Il Contesto
Per analizzare tale poesia bisogna innanzitutto comprendere il contesto storico e intellettuale in cui Carducci era inserito all'epoca della sua stesura. San Martino è infatti inserita nelle Rime Nuove, raccolta che dopo Giambi ed Epodi (di marcato stile classico e polemico-satirico, sulla falsa riga degli autori dell'antichità) accoglie gli echi anche di autori più a lui vicini, quali Goethe, Poe, Hugo o Baudelaire, senza però rinunciare all'esaltazione della società e dei valori del passato né all'aspirazione di un sistema politico democratico ed egualitario. La struttura della poesia San Martino in cui, alla descrizione paesaggistica cupa, seguono scene conviviali per scacciare la tristezza, richiama alcune odi del poeta latino Orazio: i modelli classici appaiono sempre cari a Carducci. Negli anni della stesura, inoltre, Carducci si dedica spesso ad escursioni naturalistiche, i cui paesaggi sono molto presenti nella raccolta.
Analisi metrica e figure retoriche
Una volta inquadrato il contesto, bisogna dedicarsi ad analizzare in dettaglio la poesia; si evince fin da subito che dal punto di vista puramente metrico la lirica è composta di due doppie quartine di settenari: il secondo rima con il terzo, mentre il quarto, tronco, ha sempre la stessa rima, secondo lo schema ABBC, DEEC, FGGC, HIIC. Si nota inoltre la presenza di numerosa figure retoriche, come allitterazioni (in particolare di r, c ed s), sinestesia (al verso 4), metafore (al primo ed al penultimo verso) e personificazioni (del mare e dei pensieri).
Le tematiche
Dopo aver affrontato la metrica, bisogna concentrarsi sulle tematiche espresse dall'autore in questo componimento. La lirica è al primo sguardo la descrizione di un tipico paesaggio autunnale, che rammenta al poeta le immagini della sua fanciullezza; la potenza della natura ostile e malinconica si contrappone alle immagini gioiose e placide del borgo, che tuttavia non riescono a prevalere sulle prime. In particolare, nelle strofe centrali il poeta cerca di evocare immagini confortanti, di pace e calma, per esorcizzare le inquietudini esistenziali simboleggiate dal mare in tempesta; nel ?borgo?, rappresentato nel momento seguente alla vendemmia, quando il mosto che fermenta diffonde il suo odore pungente nelle strade, si ritrovano i valori morali tipici di un passato ormai perduto per sempre. Il ?cacciator? del verso 11, che contempla il tramonto e gli uccelli migratori, è certamente una trasposizione della figura del poeta con le sue inquietudini; le notazioni paesaggistiche autunnali della prima strofa (la nebbia, la pioggerella, gli alberi spogli, il mare agitato) suggeriscono non solo malinconia, ma anche l?idea della morte (ripresa dagli ?uccelli neri? dell?ultima strofa) dal valore decisamente simbolico, anche perché accostati ai tristi pensieri dell?esule che volano verso l?ignoto.