Casa di bambola è un dramma in prosa suddiviso in tre atti. Nel primo atto, di Casa di bambola di Henrik Ibsen, Nora racconta ad una sua amica che si è indebitata per poter curare il marito malato. Il marito Torvald, diventato direttore di banca, deve licenziare un segretario che falsificava le cambiali. Questo segretario però sarebbe proprio il creditore di Nora, che la ricattava dicendole che avrebbe confessato tutto al marito, essendo lui all'oscuro di tutto. Nel secondo atto, di Casa di bambola di Henrik Ibsen, vediamo Nora che non riesce a convincere Torvald a non licenziare il segretario. A questo punto Krogstad decide di mandare una lettera al marito di Nora raccontandogli la vicenda. Quando Torvald scopre l'accaduto, viene preso dall'ansia e dalla preoccupazione per la propria reputazione. Egli accusa la moglie di essere stata una traditrice e la allontana dai suoi figli, senza capire che quel gesto era stato dettato dall'amore che sua moglie ha per lui. Nel terzo e ultimo atto, di Casa di bambola di Henrik Ibsen, Kristin un'amica di Nora, dichiara di volersi sposare con Krogstad. Grazie a questo gesto il ricatto viene annullato. In quel preciso istante, Torvald si sente sollevato e perdona immediatamente la moglie, dicendole di poter restare a casa. Nora a quel punto però, sentendosi delusa e trattata come una bambola, prende la decisione di andare via di casa per cercare la sua vera identità.