Gli autori e filosofi naturalistici vivevano, come tutti all'epoca, un'aria di profonda innovazione scientifica. Questo fattore, unito alla ribellione contro il romanticismo, portava alla descrizione della realtà e degli uomini esulando dal contesto sentimentale, ma studiandoli proprio come si faceva nell'ambito scientifico. Questo portò a una caratterizzazione fredda e schematica dei personaggi, oltre che ad un'intensificazione dei temi sociali. Il narratore perde il suo ruolo di elemento onnisciente e diviene a tutti gli effetti un personaggio in pectore, relegato a conoscere la storia nel momento in cui la racconta. L'autore, inoltre, è costretto ad osservare la realtà e a descriverla, rinunciando a qualsiasi accento morale o etico. Nell'ambito filosofico i naturalisti si spinsero ad affermare che la scienza doveva raccogliere l'eredità della filosofia stessa, diventandone a tutti gli effetti sostituta.