Breve sintesi sul pensiero di Schopenhauer
Introduzione
Arthur Schopenhauer è un filosofo tedesco che nasce a Danzica il 22 febbraio 1799 e muore a Francoforte il 21 settembre 1860 ed è uno dei più grandi filosofi ed aforisti del XIX secolo. Il suo pensiero è molto articolato, e si basa su influenze illuministiche, ma anche romantiche e kantiane. Schopenauer ha contribuito a formare il pensiero di grandi filosofi a lui successivi, come Friedrick Nietzsche e Sigmund Freud. Ecco una breve sintesi sulle peculiarità del pensiero di Schopenhauer.
Filosofo contemporaneo
Schopenhauer può essere considerato a tutti gli effetti un filosofo contemporaneo, in quanto supera l'ottimismo dell'idealismo hegelino attraverso una visione pessimistica con una sfiducia sulla ragione, frutto anche dal fallimento dei moti rivoluzionari del 1848. Inoltre ha una visione molto ampia, aprendosi sia alla cultura orientale, soprattutto a quella indiana usata come fonte di ispirazione sui temi del viaggio e dell'esotico, che iniziano a prendere piede in quel periodo.
Il Pessimismo
Come Kant, Schopenhauer, ritiene che la realtà venga separata tra fenomeno e noumeno. Infatti per il filosofo nella realtà il fenomeno rappresenta solo e un'unicamente un'illusione e mentre il noumeno kentiano viene definito inconoscibile per il filosofo tedesco esso si può conoscere. Questo approccio conferisce quindi una visione pessimistica, dove l'essere umano ha sempre o fame o sete, e quando si soddisfa un desiderio la soddisfazione dura poco. L'essere umano infatti vuole sempre qualcosa che non ha e che gli manca, e quando la ottiene subentra la noia, e quindi ritornerà a mancargli qualcosa.
L'illusione
L'illusione e il sogno per Schopenhauer non rappresentano un'utopia ma un'antica sapienza indiana detta "velo di Maya" da cui l'uomo prende grande ispirazione. Schopenhauer era molto interessato al "velo di Maya" in questo esso riteneva di dover "scoprire" questo velo per poter accedere alla vera realtà del mondo. Il modo per rompere questa barriera creata dal velo non era solo intellettuale, ma un'insieme tra volontà, ragione e fisicità che il filosofo doveva avere per scoprire la vera realtà. Proprio per questo motivo Schopenhauer associa il concetto di volontà a quello di istinto e desiderio. Questo anche perché il corpo altro non è che la manifestazione del desiderio umano. Sempre il l'dea di volontà viene studiata dal filosofo secondo il concetto di volontà di vivere, la quale non è altro che inconscia nel pensiero umano.
Influenza platonica
In concomitanza con il pensiero di Platone, Schopenhauer vede il mondo dividersi in due modi diversi, ossia quello delle idee e quello delle cose. Questo concetto viene anche denominato fenomeno di Schopenhauer, il cui intento non è altro che una sorta di manifestazione del mondo nei confronti delle idee degli esseri umani. Schopenhauer subisce anche degli influssi dalla cultura orientale. In particolar modo il filosofo rimase colpito dalla cultura indiana e dal linguaggio della stessa.
Opere principali
La sua opera principale è un saggio dal titolo "Il mondo come volontà e rappresentazione" e racchiude tutto il suo pensiero. Ad oner del vero all'opera viene resa giustizia soltanto dopo la morte dell'autore, e sia la prima edizione, del 1819, sia la seconda completata di ulteriori cinquanta capitoli, 1844, non hanno grande successo. Ne venne pubblicata una terza, ultima con l'autore ancora in vita, nel 1859. In Italia l'opera è stata tradotta nel 1919 da Nicola Palanga.