La coscienza di Zeno di Italo Svevo, del 1923, ha come tema centrale la malattia, la nevrosi e l'intervento terapeutico della psichiatria. Il protagonista smarrisce la sua identità e la frantumazione del suo io in molteplici parti, tra loro in contraddizione, rappresenta la crisi della società contemporanea e di ogni singolo individuo. C'è un senso di vuoto che pervade la vita di tutti e per riempirlo bisogna prenderne coscienza ed affrontarlo. Qualche anno dopo, nel 1926, Luigi Pirandello ricalca e approfondisce gli stessi temi nel suo romanzo Uno, nessuno, centomila. Un libro in cui servendosi di una sottile ironia, l'autore si dimostra abbastanza pessimista sulla possibilità dell'individuo di ricomporsi in un'identità stabile.