Nella scrittura di quest'opera, Boccaccio vuol immaginare un gruppo di dieci giovani, tre ragazzi e sette donne, che scappano dalla città di Firenze per evitare di esser contagiati dall'epidemia di peste. Ognuno di questi protagonisti non è esistito nella realtà, e svolge all'interno dell'opera il ruolo di narratore. I nomi dei giovani traggono spunto da personaggi letterari e mitologici. I tre ragazzi si chiamano Dioneo, Panfilo, Filostrato mentre le sette ragazze si chiamano Lauretta, Elissa, Fiammetta, Pampinea, Filomena, Neifele ed Emilia. Il poeta li immagina in una villa per due settimane, ove trascorrono il loro tempo in giochi, passeggiate e soprattutto raccontandosi novelle.