Appunti di storia: le 5 giornate di Milano

Tramite: O2O 14/06/2018
Difficoltà:facile
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Introduzione

Appunti: Bisogna innanzitutto dire che Milano, insieme a Venezia, era la capitale di una delle due provincie italiane soggette all'Austria le quali erano in stato di ebollizione fino alla rivolta del tabacco dei primi di gennaio del 1848. Perciò Metternich, figura dominante della politica austriaca del tempo, si mostrò deciso a resistere all'ondata rivoluzionaria nella penisola italiana. Per garantire questo voleva che le autorità austriache, sia militari che civili, coordinassero i propri sforzi non solo con le province dell' Italia settentrionale, ma anche con gli Stati italiani non ancora coinvolti. Scelse per questo incarico un diplomatico affidabile, il conte Joseph von Hubner. Egli al suo arrivo a Milano trovò un clima di tensione e vide che le le autorità austriache erano in preda al disfattismo. Si stava sviluppando quella che passerà alla storia come le 5 giornate di Milano.

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la caduta di Metternich

La situazione per gli austriaci a Milano peggiorò quando il 17 marzo si seppe della caduta di Metternich e della promessa dell' imperatore Ferdinando di concedere la costituzione. I capi dell' opposizione liberale si misero d'accordo su come sfruttare la situazione, vedendo quali benefici poteva procurare la nuova costituzione oppure tentare di sfruttare la debolezza del regime e scacciare così gli austriaci. Carlo Cattaneo era del parere che contro i 13.000 soldati della guarnigione non fosse possibile insorgere e aveva temuto che i moderati mirassero a provocare una rivolta abbastanza forte da indurre il re piemontese Carlo Alberto a intervenire contro gli austriaci, dando un carattere monarchico alla rivoluzione e rendendola troppo debole per assumere un ordinamento repubblicano.

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l'inizio della rivolta.

Il 18 marzo; circa 15.000 persone si misero in marcia per le strade di Milano sventolando fazzoletti rossi, bianchi e verdi. Questa folla arrivò davanti al Palazzo del governo travolgendo un manipolo si sentinelle. Un centinaio di persone trovarono in vice-governatore Heinrich O'Donnel nella sala del Consiglio e lo tennero in ostaggio. Il generale Radetsky reagì riversando le sue truppe nella città per difendere i palazzi governativi e il deposito del genio militare, mentre i milanesi iniziarono a costruire delle barricate. Mentre i milanesi assumevano il controllo delle viuzze del centro storico, le forze austriache erano saldamente posizionate presso i principali edifici e avvolgevano la città controllando le mura. L 19 marzo, i repubblicani seguaci di Cattaneo cercarono di assumere l'iniziativa politica istituendo un Consiglio di guerra composto da quattro uomini, fra i quali lo stesso Cattaneo. Il principale scopo del nuovo organismo fu in un primo momento quello d'imporre una salda guida politica e una direzione militare al movimento. All'alba del 20 marzo la battaglia si fece più cruenta dove entrambe le parti in lotta avrebbero in seguito riferito sulle atrocità che vennero commesse. Le testimonianze parlano di comportamenti brutali e di vicende con dettagli raccapriccianti. Un numero sempre crescente di insorti si impossessò delle armi dei soldati austriaci caduti o travolse e disarmò con la sola forza dei numeri unità militari rimaste isolate. I rivoluzionari riuscirono comunque a prendere possesso delle caserme austriache. Radetzky decise di far ritirare le sue truppe verso la cinta muraria spostando cosi i combattimenti in periferia.

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gli ultimi due giorni

il generale austriaco decise di inviare uno dei suoi ufficiali a intavolare i negoziati per giungere a una tregua; Casari si mostrò esitante scorgendo, forse nella protesta tra monarchici e repubblicani milanesi, un'opportunità per guadagnare tempo in attesa dell'esercito di Carlo Alberto. Fu proprio per questa ragione che Cattaneo rifiutò qualsiasi ipotesi di interrompere i combattimenti. Intanto in città arrivò la notizia che il re Carlo Alberto sarebbe intervenuto con il suo esercito a patto che la municipalità milanese formulasse una richiesta di aiuto, in quanto egli aveva bisogno di giustificare l'intervento di fronte ad altre potenze europee. Il 22 di marzo, Casati formò un governo provvisorio che assunse senza ambiguità la direzione dell'insurrezione, la cui vittoria arrivo lo stesso giorno, quando i milanesi scagliarono un attacco contro Porta Tosa, con una battaglia che durò per tutta la giornata. Radetsky, per evitare di essere inchiodato nelle mura, ordinò ai suoi uomini di ritirarsi verso il cosidetto Quadrilatero. Quello stesso giorno il re Carlo Alberto dichiarò guerra all'Austria e fece attraversare al suo esercito il Ticino, così si conclusero le 5 giornate di Milano.

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