Appunti di letteratura italiana: il Verismo
Introduzione
Nella letteratura italiana, per Verismo si intende un movimento letterario sviluppatosi fra il 1875 ed il 1895. Ciò che caratterizza il verismo è la volontà - da parte degli autori - di raccontare la realtà in maniera fedele ed oggettiva fotografando le diverse classi sociali e le loro condizioni reali. Non a caso il movimento del verismo deriva dal Positivismo prima - che nutre piena fiducia della scienza e dei metodi di ricerca sperimentali - e dal Naturalismo francese poi che vuole fotografare la realtà umana e sociale al naturale. Conosciamo meglio il verismo attraverso gli appunti presenti in questa guida.
Autori principali
Il verismo nasce ad opera di Luigi Capuana che ne determina regole e tecniche di scrittura. A lui si deve la "Poetica del vero" da cui trae spunto l'intero movimento e che prevedeva, per l'appunto, di ritrarre la realtà prendendo spunto dai fatti così come avvenuti. Capuana stabilì anche il metodo scientifico - attraverso cui doveva avvenire la ricostruzione dei fatti - ed il linguaggio da usare che non doveva essere retorico e non doveva in alcun modo alterare la realtà che doveva essere rappresentata. Le teorizzazioni di Capuana vennero messe fedelmente in atto da Verga e da un gran numero di altri scrittori fra cui Federico de Roberto, Matilde Serao, Salvatore di Giacomo, Grazia Deledda, Cesare Pascarella e Renato Fucini.
Metodo scentifico
Il metodo scientifico messo a punto da Capuana prevede la "tecnica dell'impersonalità" che diventerà la principale caratteristica delle opere veriste. Secondo questa tecnica devono essere i fatti stessi a parlare senza che l'autore li utilizzi per esprime la propria personalità o il proprio parere. Il racconto deve appunto essere impersonale. L'impersonalità è ben visibile nelle opere di Verga che non si lascia minimamente coinvolgere dalla storia e dei personaggi osservando il tutto quasi con accortezza scientifica.
Opere veriste
Le opere veriste che hanno segnato il movimento sono il "Il marchese di Roccaverdina", capolavoro per eccellenza di Luigi Capuana che racconta le vicende del marchese e della sua amante-serva di origine contadina. "I Malavoglia" di Giovanni Verga rientra nel ciclo dei vinti e racconta le vicende della famiglia di Padron'Ntoni. Molto importanti sono anche "La sorte" di Federico de Roberto, "Il ventre di Napoli" di Matilde Serao; "Assunta Spina" di Salvatore di Giacomo; "Cose der monno" di Cesare Pascarella, "Napoli aocchio nudo: lettere ad un amico" di Renato Fucini e "Fior di Sardegna" di Grazia Deledda.
La pecca di queste opere - che ha portato al declino del movimento stesso - è stata la diffusione di moltissime opere corredate dallo stesso tema e scritte con il medesimo stile. Questa non mutevolezza che caratterizza le opere del verismo ha condotto all'esaurimento del movimento stesso che fu travolto dalle opere Decadenti che avevano, per i lettori, il fascino e l'intrigo del nuovo.