Analisi grammaticale: l'attributo
Introduzione
Quando ci accingiamo a svolgere l'analisi grammaticale di un testo, ci accorgiamo che ogni singola parola utilizzata ha una funzione che determina il suo ruolo all'interno del discorso. Articoli, preposizioni, nomi, pronomi, avverbi e tante altre parti del discorso mettono a dura prova la nostra memoria, ma è sufficiente molto esercizio per non incappare in errori banali. In questa guida ci occuperemo di chiarire cosa sia l'attributo.
L'attributo non possiede una propria funzione sintattica
L'attributo non possiede una propria funzione sintattica ed eredita quella del costituente dal quale è retto; per questa ragione è possibile distinguere fra: attributi del soggetto, quando essi siano legati al protagonista della frase, per così dire; attributi del complemento oggetto, quando essi invece dipendono da quella parte subordinata del discorso che risponde alla domanda "chi?/che cosa?"; attributi del complemento indiretto, quando invece sono subordinati alla frase in cui i complementi sono introdotti da preposizioni semplici o articolate; ci sono anche gli attributi del nome del predicato, nei casi in cui il verbo sia una copula e la parte nominale sia aggettivata; infine gli attributi dell'apposizione, che possiamo individuare in frasi come "Lucia, da sposata, soffre di stress": "da sposata" è un apposizione che ha un valore aggettivato.
L'attributo ha la funzione di specificare
L'attributo è quella parte del discorso che ha la funzione di specificare, determinare meglio le caratteristiche e le peculiarità del soggetto cui fa riferimento; lo troviamo sempre accordato per genere e per numero a quest'ultimo. L'attributo in sé stesso non ha un ruolo indipendente all'interno di una frase, dev'essere sempre legato a qualcos'altro. Nella lingua italiana l'attributo può presentarsi in diverse forme: può essere un aggettivo, come "biondi" nella frase "la ragazza dai capelli biondi"; potrebbe essere un participio, sia presente che passato, come "splendente" in "questa vetrina è splendente"; può anche essere un sostantivo che però viene aggettivato, come in "un discorso fiume"; infine può essere identificato anche da un avverbio: "il palazzo di fronte".
L'attributo possiede due valori
Sottolineiamo che non ha senso parlare di attributo di un predicato verbale, perché la sua funzione non sarebbe più attributiva bensì predicativa; in casi come questi, il nome o l'aggettivo in questione non sono altro che nome del predicato, quando viene utilizzato il verbo essere, oppure complemento predicativo del soggetto/oggetto per tutte le altre voci verbali. Infine l'attributo possiede due valori: descrittivo, quando va ad arricchire il nome cui è riferito e, in questi casi, lo troviamo prima o subito dopo di esso; restrittivo, quando viene utilizzato per ritagliare qualcosa da tutto il resto e, in queste circostanze, si trova sempre dopo il nome.