Introduzione
Albert Einstein nasce il 14 marzo del 1879 a Ulm, in Germania, da genitori ebrei non praticanti. Un anno dopo la sua nascita la famiglia si trasferisce a Monaco di Baviera, dove suo padre Hermann apre, col fratello Jacob, una piccola officina elettrotecnica. L'infanzia di Einstein si svolge nella Germania di Bismarck, un Paese in via di massiccia industrializzazione, ma anche retto con forme di dispotismo che si fanno sentire a vari livelli e in vari ambienti della struttura sociale. Vediamo, per meglio capire la genialità di quest'uomo, la sua biografia.
Il rapporto di Einstein con la scuola
Il piccolo Albert è per istinto un solitario e impara a parlare molto tardi. L'incontro con la scuola è da subito difficile. Albert, infatti, trova le sue consolazioni a casa, dove la madre lo avvia allo studio del violino e lo zio Jacob a quello dell'algebra. Da bambino legge libri di divulgazione scientifica con quella che definirà "un'attenzione senza respiro". Odia i sistemi severi che rendono la scuola del suo tempo simile a una caserma.
La mancata ammissione al Politecnico di Zurigo
Gli affari della fabbrica cominciano ad andare male e Hermann Einstein esorta il figlio a iscriversi al famoso Istituto Federale di Tecnologia, noto come Politecnico di Zurigo. Non avendo però conseguito un diploma di scuola secondaria superiore, nel 1895 deve affrontare un esame di ammissione: viene bocciato per insufficienza nelle materie letterarie.
I tre studi sulla fisica del 1905
Nel 1905 Einstein pubblica tre importanti studi che hanno come oggetto la fisica. Il primo studio contiene la prima esposizione completa della teoria della relatività ristretta. Il secondo studio, sull'interpretazione dell'effetto fotoelettrico, contiene un'ipotesi rivoluzionaria sulla natura della luce. Einstein afferma che in determinate circostanze la radiazione elettromagnetica ha natura corpuscolare, ipotizzando che l'energia trasportata da ogni particella che costituisce il raggio luminoso, denominata fotone, sia proporzionale alla frequenza della radiazione. Il terzo e più importante studio reca il titolo "Elettrodinamica dei corpi in movimento". Esso contiene la prima esposizione completa della teoria della relatività ristretta, frutto di un lungo e attento studio della meccanica classica di Isaac Newton. È proprio quest'ultimo studio che porterà Albert Einstein a conseguire il Premio Nobel per la Fisica nel 1921.
Le critiche al coinvolgimento della Germania nella prima guerra mondiale
Intanto nel mondo i conflitti fra le nazioni avevano preso fuoco, tanto da scatenare la prima guerra mondiale. Durante questo periodo Einstein è tra i pochi accademici tedeschi a criticare pubblicamente il coinvolgimento della Germania nella guerra. Tale presa di posizione lo rende vittima di gravi attacchi da parte di gruppi di destra, tanto che le sue teorie scientifiche subiscono un'azione volta a metterle in ridicolo.
L'impegno politico di Einstein
Einstein disprezza profondamente la violenza e, conclusi questi terribili anni di conflitti, si impegna attivamente contro la guerra e contro le persecuzioni razziali, compilando una dichiarazione pacifista contro le armi nucleari. Più volte, poi, ribadisce la necessità che gli intellettuali di ogni Paese debbano essere disposti a tutti i sacrifici necessari per preservare la libertà politica e per impiegare le conoscenze scientifiche a scopo di pace.
La morte e le ultime volontà di Einstein
Albert Einstein si spegne all'età di settantasei anni negli Stati Uniti, a Princeton, il giorno 18 aprile 1955, circondato dai più grandi onori. Aveva espresso verbalmente il desiderio di mettere il proprio corpo a disposizione della scienza e Thomas Stoltz Harvey, il patologo che effettuò la ricerca, di propria iniziativa rimosse il cervello e lo conservò a casa propria in un barattolo sottovuoto per circa trenta anni. Il resto del corpo fu cremato e le ceneri furono disperse in un luogo segreto.