Nella sua poesia forse più conosciuta, Giorgio Caproni sembra lanciare il suo ideale grido di dolore. L'artista di "Versicoli quasi ecologici", nella sua ode, si raccomanda di non "uccidere" il mare, la libellula, il vento e tutti gli altri prodigiosi elementi della natura che popolano il mondo. "L?amore finisce dove finisce l?erba e l?acqua muore": così si esprime l'artista in questa sua struggente poesia, confermando come gli elementi naturali siano fondamentali per la tutela e la valorizzazione di ogni ecosistema. Quest'ultimo, continua Caproni, viene invece costantemente messo in pericolo dall'azione dannosa dell'uomo, che lo ferisce e lo depaupera senza rispetto alcuno. Azioni scellerate che, secondo il poeta, alla fine, sarà inevitabile non pagare a caro prezzo.