Smith introduce la distinzione tra "valore d'uso" e "valore di scambio". Il valore di scambio dipende dal lavoro comandato; cioè più elevato è il valore comandato di un oggetto e maggiore sarà il suo valore di scambio. Il valore di scambio non si basa né sul tempo del lavoro né sul lavoro incorporato, ma risulta dallo scambio stesso. Infatti, il lavoro viene determinato in una relazione, non è preesistente allo scambio. Si può quindi affermare che il valore di scambio è un potere di acquisto, non inteso come accumulazione di beni oppure in rapporto alla moneta. Esso è il potere di un oggetto nell'acquisirne un altro.