10 modi di salutarsi in diverse lingue
Introduzione
Nel pianeta ci sono tantissimi modi di parlare, infinite lingue e numerosissime tradizioni che rendono ogni popolazione, ampia o ristretta che sia, unica. Una cosa però accomuna tutte le popolazioni: il saluto. Ogni persona che si rispetti all'incontro con un'altra persona saluta prima di cominciare qualsiasi tipo di dialogo. Questa pratica, nota fin da tempo immemore agisce su due livelli: esprimere cortesia e porre le basi per un proficuo confronto dialettico. Vediamo quindi 10 modi di salutarsi in diverse lingue: quelle che suscitano più curiosità.
Saluto italiano
In italiano il saluto più diffuso è "ciao", che diversamente da altri saluti come "buongiorno" o "buonasera" è del tutto generale e, seppur utilizzato in circostanze formali, non è vincolato ad alcuna situazione temporale (giorno, sera o notte) particolare. La parola "ciao" trae origine dal veneziano "s. Ciao", ovvero "schiavo": colui che saluta si dichiara appunto schiavo nei confronti dell'amico per lasciar intendere la propria disponibilità nei suoi confronti. In Italia è diffusa la pratica della stretta di mano: una stretta energica, ma non troppo, sta ad indicare sicurezza in sé stessi.
Saluto cinese
Il saluto più famoso cinese è ?? ovvero "ni hao". È l'equivalente di "ciao" in Italia ed è del tutto generale come saluto. In realtà sebbene questo sia quello più famoso in occidente come saluto cinese, raramente viene utilizzato in Cina: si preferiscono saluti del tipo ???! ("ni lai le"), che tradotto è "sei arrivato!", oppure ????? ("ni qu nar") ovvero "dove vai?". È molto curioso sapere che molto spesso in Cina ci si saluta con la formula ??????, "ni chi fan le ma", che letteralmente significa "hai mangiato?". Ovviamente questa locuzione è del tutto priva del proprio senso letterale ed ha acquisito nel tempo lo scopo di saluto senza alcun riferimento al pranzo dell'interlocutore.
Saluto giapponese
Vediamo adesso il saluto giapponese. La parola più famosa riconducibile alla terra del Sol Levante è "Konnichiwa", che però in realtà più che "ciao" significa "buon pomeriggio"/"buonasera". Per utilizzare un saluto del tutto generale senza considerare il momento della giornata in cui esso viene espresso è consigliabile rifarsi alla locuzione ????? "Hirigana". Non dimenticate che la popolazione giapponese ha radici profondissime nel tempo e questo ha permesso uno sviluppo della lingua molto particolare. Tale sviluppo e particolarità li si ritrovano anche nei semplici saluti: esistono in Giappone infiniti modi di salutare che dipendono strettamente dalla situazione e dagli interlocutori ma, in un primo approccio "Hirigana" va benissimo.
Saluto israelita
Nello stato di Israele, ma nel Medio Oriente in generale, la forma di saluto più diffusa è "Shalom". Di per sè Shalom è di origine religiosa, ebraica per la precisione, e significa "pace", "ciao", "completezza" e "prosperità". Così tanti significati per un semplice saluto fanno capire l'importanza dell'espressione: salutandosi con "shalom" due persone si augurano la pace tra loro e con il mondo oltre che di raggiungere la iena completezza, la felicità.
Saluto coreano
Anche il saluto coreano è molto curioso: ci sono diversi modi di esprimerlo in base a chi abbiamo di fronte. Di seguito ne sono mostrati 3 che traggono origine dalla stessa radice. Cominciamo con il saluto più informale, quello utilizzato tra amici giovani e con cui abbiamo piena confidenza, in tal caso viene utilizzata la forma abbreviata "anyoung". Nel caso volessimo salutare un più ampio pubblico, per accentuare un maggior rispetto di coloro che abbiamo di fronte si deve utilizzare la forma: "anyoung haseyo". Se il rispetto deve essere espresso con maggior forza e la conversazione è prettamente formale allora è consigliabile evitare le due forme appena elencate e rifarsi alla parola "anyoung hashimnikka".
Saluto egiziano
In egiziano il saluto più comune è "marhaba". Tuttavia come in tutte le lingue, specie quelle del Medio Oriente le parole che si rifanno al saluto sono moltissime. Di seguito ne sono elencate alcune che possono esservi utili a stuzzicare la vostra curiosità: "Maa Salama", saluto generico equivalente al nostro "ciao", "Sabah El-Kheir" che è come dire "buongiorno" o "buonasera" e "Izzay el hal" ovvero "come stai?". Quindi anche in Egitto è fondamentale capire bene il contesto in cui il saluto è inserito affinché esso sia adeguatamente espresso.
Saluto Keniota
Anche in Kenya la radice fondamentale per i saluti "salama" che da sola significa principalmente "salute" e quindi già di per se' è utile per salutarsi. La parola "lala salama" indica l'augurio di buonanotte mantre altri saluti sono: "jambo" utilizzati principalmente verso i turisti, "habari!" utilizzato al pari di "come stai?" sempre alla stregua di saluto e "kwahery" traducibile come "arrivederci".
Saluto russo
Il russo, sebbene lingua nordica e apparentemente fredda ha moltissime espressioni di saluto, utilizzate in circostanze più o meno formali in base agli interlocutori impegnati nel dialogo. Il saluto più diffuso ed informale è ?????? ("pri-vet"), del tutto equivalente allo "ciao" italiano mentre un po' più formale è il saluto ??????????? ("zdrast-vwee-tye") che corrisponde al nostro "buongiorno". Se la circostanza è molto formale il saluto più pertinente è ??? ???? ?????? ("kak tye-bya za-voot") che letteralmente significa "come vieni chiamato?".
Saluto croato
In Croazia il saluto più diffuso e generico è "Bog" o "Bok" che significa sostanzialmente "ciao". Le sue origini sono molto confuse e si perdono nel tempo: due ipotesi probabili sono che la parola derivi da una locuzione antica con senso simile a "che dio ti protegga" oppure che tragga origine direttamente dal tedesco antico "Mein Bueken" ovvero "il mio inchino". In tal caso la locuzione avrebbe subìto una serie di contrazioni fino ad arrivare alla forma "Bok". Questo è un caso eccellente di come le lingue siano vive e subiscano variazioni a seguito della storia della popolazione.
Saluto thailandese
Per ultimo descriviamo il saluto thailandese che forse è quello più caratteristico e affascinante. Il saluto, chiamato Wai, si tratta di un inchino a mani congiunte accompagnato dalla parola "Sawasdee". È molto importante ricordare che l'inchino non avviene sempre allo stesso modo: più alto è il rango sociale della persona a cui è rivolto e più profondo esso dovrà essere. Inoltre per coloro che si accingono a passare un periodo in questa affascinante terra è doveroso ricordare che il contatto fisico "all'italiana" non è ben visto e crea spesso disagio e imbarazzo: la nostra energica stretta di mano, da noi simbolo di calore e disponibilità, in Thailandia è del tutto inutilizzata.