Storia: lo Scisma d'Occidente
Introduzione
Lo Scisma d'Occidente rappresenta uno dei capitoli più difficili della storia della Chiesa Romana. Tale evento si conosce anche con il nome di Grande Scisma e copre un periodo storico di 39 anni (1378-1417). La scissione che lacera la Chiesa porta all'elezione di un antipapa in contrasto col pontefice di Roma. Ambedue lottano per primeggiare, sollevando conflitti di portata europea. Prima che la contesa si risolva, per un breve periodo, i papi diventano addirittura tre. Vediamo brevemente la storia dello Scisma d'Occidente.
L'elezione di Ubano VI
Lo scisma d'Occidente inizia con la morte di Gregorio XI. Questi era il pontefice che aveva riportato la sede papale a Roma dopo l'intervallo avignonese, nel 1377. L'anno seguente però Gregorio XI venne a mancare. I cardinali si riunirono quindi a Roma per eleggere il suo successore. La scelta cadde su Urbano VI, al secolo Bartolomeo da Prignano, arcivescovo di Bari. I cardinali francesi però si ribellarono alla decisione del conclave. Affermavano, infatti, di aver subito pressioni per votare un pontefice italiano.
L'elezione di Clemente VII
La storia dello Scisma d'Occidente continua con i dissidenti che si riunirono in un nuovo conclave. Esso ebbe luogo a Fondi, nel Regno di Napoli. Qui decisero di eleggere come nuovo pontefice Clemente VII, al secolo Roberto di Ginevra. I dissidenti ovviamente riconoscevano il nuovo eletto come unico papa. La sede pontificale di colui che a Roma risultava un usurpatore ritornò ad Avignone.
La lotta fra papa e antipapa
Il conflitto in seno alla Chiesa che aveva portato allo scisma non rimase però circoscritto all'ambito ecclesiastico. All'epoca infatti, vale la pena ricordare, i legami fra papato e politica erano fortissimi. L'impero Romano Germanico, il regno di Polonia, del Portogallo e quello d'Ungheria appoggiarono il papa romano. Viceversa, il regno di Francia, Castiglia e D'Aragona si schierarono a sostegno dell'antipapa. La contesa però rimase senza vincitori né vinti. Nemmeno la morte di Urbano VI prima e di Clemente VII poi risolse la questione. La storia dello Scisma d'Occidente proseguì. Per l'esattezza continuò fino al 1417, tra i successori dei due defunti papi.
Il Concilio di Pisa
Un primo tentativo di risolvere la spinosa questione si ebbe con la convocazione di un concilio ecumenico "autoconvocatosi". Fino ad allora infatti risultava esclusiva prerogativa del pontefice convocarlo. Data la situazione però i cardinali elettori decisero di indire Concilio di Pisa nel 1409. Ad esso parteciparono i cardinali elettori di tutte e due le obbedienze, Roma e Avignone. Il risultato fu la deposizione dei due pontefici e l'elezione di Alessandro V. Problema risolto? Affatto. I due papi deposti rifiutarono la decisione del Concilio di Pisa, dichiarandolo illegittimo. Anche Alessandro V mantenne la carica, portando la propria sede a Bologna. Lo Scisma d'Occidente quindi risultava ben lungi dall'avere fine.
Il Concilio di Costanza
La soluzione del conflitto arrivò solo qualche anno più tardi, nel 1417. Fu a merito del Concilio di Costanza (1414-1418), nel quale i cardinali elettori deposero tutti e tre i papi. Essi erano Giovanni XXIII, Benedetto XIII e Gregorio XII (in realtà, quest'ultimo decide di dimettersi di sua volontà). In un breve conclave si scelse di eleggere papa il cardinale Oddone Colonna. Questi salì quindi al trono papale col nome di Martino V. L'elezione di questo papa segnò la riappacificazione e chiuse il capitolo della storia dello Scisma d'Occidente. Roma tornò ad essere l'unica e sola sede pontificia.