Le basi della lingua araba
Introduzione
Studiare le lingue è uno dei possibili modi per potersi approcciare ad una cultura lontana e approfondire le proprie conoscenze di una determinata civiltà e di conseguenza ampliare il proprio bagaglio culturale. Ovviamente, come per ogni lingua che si decide di apprendere, vi sono le proprie difficoltà legate a vari fattori, come ad esempio la fonetica. Per apprendere al meglio quindi è necessaria molta pratica e pazienza, delle ripetizioni serrate e l'ascolto di molte video-lezioni in cui viene scandita la pronuncia.
Oggi infatti ci occuperemo dell'arabo, che è una lingua semitica fra le più antiche al mondo.
La sua storia è riscontrabile attraverso scritti risalenti al 512-13 d. C. Circa che sono stati ritrovati presso Aleppo.
Come ogni altra lingua, e in particolare quelle antiche, conta diverse varianti in base al luogo geografico e ovviamente al tempo che si decide di prendere in considerazione. Per semplicità esiste anche una versione ufficiale usata per le comunicazioni scritte oppure quelle di stato. Ovviamente questa guida deve considerarsi come trampolino di lancio per poter apprendere le basi della lingua araba, in quanto sarebbe necessario un intero corso per poterla parlare fluentemente.
Occorrente
- Dizionario della lingua
- Una rubrica
- Penne
- Fogli
- Quaderni
- Audio originali della lingua
L'alfabeto
L'alfabeto conta 28 consonanti, vari simboli grafici e un grafema, cioè l'unità grafica minima, chiamato Hamza. Tre consonanti vengono utilizzate come semi-vocali e hanno la funzione di allungare la durata delle vocali alle quali si accompagnano. In arabo ufficiale le vocali sono solamente 3, ovvero A ?, U ?, I ?, e sono chiamate fusha.
Ciascuna delle 28 lettere possiede 4 diverse forme a seconda della posizione che assume in una parola: iniziale, finale, centrale oppure isolata. Solo 6 lettere fanno eccezione, possedendo solo la forma iniziale.
L'arabo va scritto in senso opposto a quello comune alle altre lingue, ovvero da destra verso sinistra in modo similare al giapponese.
Articolo determinativo
In lingua araba esiste un unico articolo di tipo determinativo, che non varia in base al genere e numero del nome a cui si riferisce, ed è l'articolo al- (-??). Il suo utilizzo è molto semplice e prevede che esso si attacchi alla parola a cui si riferisce, fondendosi con essa e creando una sorta di nuova parola. Se si volesse fare un'analogia con un'altra lingua si può prendere ad esempio il giapponese. Esso tende a unire più sillabe insieme per modificarne il significato oppure dare sfumature diverse di esso. Questa regola è valida per tutte le parole che iniziano con suoni gutturali o labiali. Negli altri casi, l'articolo perde la L e la prima lettera della parola viene raddoppiata. Ad esempio la parola sole si dice shams, per esprimere l'espressione "il sole" andrà aggiunto l'articolo AL privato della L (quindi solo la A). Raddoppiando la prima lettera della parola sole avremo: ash-shams = il sole.
Verbi
I verbi, rispetto alla nostra lingua, hanno una importanza diversa in quanto inizialmente essi sono monchi e in base alle desinenze che vengono aggiunte, si specifica il tempo, il genere, la diatesi, la persona, il numero e il modo. Il verbo in generale è formato da una radice che spesso è composta da tre lettere, ma vi sono anche casi in cui si arriva a 5 lettere. Queste ultime inoltre saranno la base che genereranno gli avverbi e i sostantivi legati all'ambito semantico del verbo. Come nella nostra lingua esistono varie tipologie di verbi, nel senso che alcuni mancano di forme verbali oppure la stessa parola può esprimere più significati e solo in base al contesto si capisce il tempo o ad esempio la persona di riferimento.
Per fare un esempio di questo caso si conderi il verbo irregolare to set inglese, che possiede la stessa forma in tutti i tempi.
Per quanto riguarda i modi, essi sono solo di due tipi: il perfetto e l'imperfetto.
Nel primo caso esiste solo l'indicativo che serve ad esprimere delle azioni già compiute, svolte in un tempo passato, ma relativamente vicino a livello temporale.
Il secondo caso indica azioni in corso di svolgimento, che si svolgono abitualmente o che svolgeranno in futuro, un po' come accade in inglese. Quest'ultimo possiede più forme rispetto al primo tra cui l'indicativo, i participi, l'imperativo, il congiuntivo, l'infinito e il condizionale, per cui è più utilizzato rispetto al precendete.
Declinazioni
Per chi mastica il latino e il cinese, questo paragrafo risulterà relativamente semplice. Nella lingua araba, cosi come in quelle sopracitate esiste il concetto di declinazione. Cioè preso un nome, un aggettivo o un verbo gli viene aggiunto una desinenza che serve a far capire che funzione ha quella determinata parola all'interno della frase o rispetto ad altre di uno stesso contesto.
Si pensi ad esempio che in latino vi sono avverbi che se messi davanti ad una frase, indicano indiscutibilmente come essa sarà, come ad esempio il cum che in base al verbo introduce frasi temporali, interrogative oppure può reggere il verbo congiuntivo. Le declinazioni disponibili sono tre: nominativo (damma), accusativo (fatha) e obliquo (kasra) e ovviamente ognuno ha un significato diverso. Il kasra è quello necessario a costruire il complemento di specificazione, il damma indica il soggetto della frase e il fatha il complemento oggetto.
Da notare però che essi sono inferiori in numeri rispetto al latino perché alcune espressioni oppure alcune caratteristiche di un determinato nome vengono espresse con modifiche di vario tipo legate a delle desinenze fisse che vengono aggiunte per specificare la persona, il numero e cosi via come accade per i verbi. Ad esempio si consideri la caratterizzazione dell'indeterminazione: in arabo infatti viene espressa tramite i suoni vocalici raddoppiati, questo significa che una parola può raddoppiare una propria lettera in base alla tipologia di espressione e sfumatura che si vuole dare.
Consigli
- Munirsi di pazienza