Adolf Hitler: biografia
Introduzione
Il fondatore e capo del movimento nazista fu Adolf Hitler, rimasto celebre per le sue idee sulla cosiddetta "razza pura", che portarono allo sterminio di milioni di uomini nei campi di concentramento, e per il suo coinvolgimento nella seconda guerra mondiale,che sconvolse l'intera Europa ed oltre per più di cinque anni con conseguenze drammatiche per i popoli che vi parteciparono. Proprio per la sua inumanità e durezza di carattere, ma anche per il suo carisma,che gli permise di conquistare in breve tempo una immensa popolarità e quindi il controllo della Germania, il suo nome rimase impresso nella storia dell'umanità ed ancora oggi viene ricordato, tanto da essere per necessità uno dei personaggi più studiati, più esaminati e su cui più si è scritto. La storia di quest'uomo di umili origini che riuscì in pochissimo tempo a fondare il Nazionalsocialismo ed a sconvolgere il destino della Germania e dell'Europa intera, è stata oggetto di libri e di film. Nei passi che seguono proveremo ad esaminarla. Vediamo, dunque, quale è la storia di Adolf Hitler:biografia.
I primi anni
Hitler nacque a Braunau il 20 Aprile del 1889 e morì, secondo il tradizionale insegnamento della Storia (ma su questo sono fiorite moltissime leggende, che vorrebbero Hitler sopravvissuto alla caduta del nazismo e della Germania) a Berlino il 30 aprile del 1945. La sua era una famiglia comune di umili origini. Trascorse i primi anni della sua vita a Linz e quando all'età di quattordici anni rimase orfano di entrambi i genitori, si trasferì a Vienna per studiare pittura, che nonostante gli insuccessi rimase la sua passione. Tale studio, infatti, non gli fornì molti frutti, per ben due volte venne respinto agli esami di ammissione all'Accademia e dovette, per questo, accontentarsi di umili impieghi. Fra le altre cose fu imbianchino nel periodo in cui visse a Monaco di Baviera. Mosso da un desiderio di rivincita, fu presto attratto dalle correnti antisemite, dall'esaltazione della forza e della guerra. Quando scoppiò la Prima Guerra Mondiale si arruolò volontario con i tedeschi; divenne quindi caporale, fu ferito e colpito dai gas ed ottenne due croci di guerra. La sconfitta della Germania, lo lasciò deluso e pieno di rancore. Fu il suo trampolino di lancio per la sua successiva carriera politica.
Il partito nazionalsocialista
Nel 1919 si iscrisse ad un piccolo gruppo di estrema destra che prendeva il nome di Partito dei Lavoratori Tedeschi. Da qui iniziò la sua carriera politica, infatti pur avendo allora un compito di poca rilevanza, tale iscrizione gli aprì la strada per l'ingresso in ambito politico. Dotato di eloquenza, forte carisma e di spirito di aggregazione divenne in breve tempo il capo del suo partito, che venne ribattezzato nel 1920 partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori. Appoggiato dall'esercito, Hitler tentò presto di imitare quello che aveva fatto Mussolini in Italia, cercando, senza riuscirci, di impadronirsi del potere in Baviera. Dopo il primo fallimento, Hitler decise di tentare la scalata al potere dall'interno. Sotto il suo controllo nacquero le SA (Sezioni d'Assalto) e le SS (Reparti di Difesa).
La conquista del potere
Battendo sul sentimento patriottico tedesco, ferito dalla sconfitta riportata nella Prima Guerra Mondiale, il movimento partecipò alle elezioni del 1932 ottenendo ben 13 milioni di voti e questo grande successo inaspettato indusse il presidente del partito Hindenburg a nominare Hitler cancelliere. Nella notte del 30 giugno 1934, la cosiddetta notte "dei lunghi coltelli", furono eliminati brutalmente con la forza tutti gli oppositori e i collaboratori meno fidati, che avrebbero potuto impedire la conquista del potere. Alla morte di Hindenburg, Hitler assunse la carica di presidente del Reich, divenendo capo assoluto della Germania col titolo di Fuhrer (duce)., titolo che gli rimase fino alla morte. Da qui, nasce il piano che mirava alla realizzazione della Grande Germania e alla conquista dello "spazio vitale". La politica di aggressione all'Europa cominciò nel 1938 con l'annessione dell'Austria.
La Seconda Guerra Mondiale
Con il trascorrere degli anni, gli avvenimenti importanti iniziarono a manifestarsi uno dietro l'altro. La promulgazione delle leggi razziali contro gli ebrei in difesa della cosiddetta razza ariana contraddistinguono il periodo più duro ed amaro del movimento nazista, con un'operazione di sterminio di prigionieri anche politici che portò in pochi anni alla morte di milioni di uomini. Dal punto di vista politico, dopo il Patto d'acciaio firmato con l'Italia ed il trattato di non aggressione russo-tedesco, il primo settembre 1939 ci fu l'invasione della Polonia e il conseguente inizio ufficiale della Seconda Guerra Mondiale. La manovra di invasione tedesca colpì inizialmente il lato occidentale europeo, giungendo fino alla Francia, in cui Hitler entrò vittorioso nel giugno del 1940. Successivamente, forte anche dell'ingresso in guerra dell'Italia, Hitler decise di duchiarare guerra alla Russia, ma a Stalingrado subì la sua prima grande sconfitta. Una serie di tentativi di attentati alla sua persona testimoniano il malumore che oramai serpeggiava in Germania ed anche fra i suoi stessi ufficiali nei suoi confronti. Fra questi il piu celebre resta quello comandato dal conte Claus von Stauffenberg, la cosiddetta Operazione Valchiria, che falli ed alla quale segui la condanna a morte di tutti i congiurati. La Germana iniziò ad essere accerchiata, soprattutto in seguito alla sbarco degli Alleati in Italia e successivamente in Normandia, ed all'avanzata dall'oriente dell'esercito sovietico. Quando la Germania, ormai sull'orlo della disfatta, venne invasa contemporaneamente da Russi e Anglo-Americani, Hitler, che con i più fidi collaboratori si era rifugiato in un bunker sotterraneo a Berlino, si uccise insieme alla donna che aveva sposato solo il giorno prima: Eva Braun. Il suicidio avvenne il 30 aprile del 1945 e mise fine alla storia di quest'uomom.
Conclusione
Questa è la versione ufficiale della storia e della morte di Hitler, un uomo controverso e che, purtroppo, ha lasciato un segno tristemente indelebile sulla storia del Novecento. Ma intorno alla sua morte molteplici leggende sono sorte su una sua presunta fuga e salvezza, per alcuni in Sudamerica, mai veramente provate. Ciò che invece non è leggenda è il numero spaventoso di uomini, donne e bambini morti nei campi di concentramento e che rendono il nome di Hitler quello dell'autore di uno dei più grandi crimini della storia.